Catania, 95123, Italia.
+39 342 070 8057
direzione@benurse.it

La Salute: Un Viaggio tra Storia, Scienza e Consapevolezza

L’evoluzione storica del concetto di Salute

Per secoli, la salute è stata interpretata come mera assenza di malattia, secondo una visione dicotomica che separava in modo netto la condizione del sano da quella del malato. Questo approccio, noto come concezione dualistica, è stato predominante nella medicina occidentale fino al XX secolo. Come osserva Colliére (1996), in questo contesto la salute si manifestava solo con la scomparsa della patologia. Anche Olivetti Manoukian (2006) ribadisce che, in tale visione, il concetto di salute emerge “dalle ceneri della malattia”, ignorando le dimensioni preventive, psicologiche e sociali della condizione umana.

1948: La svolta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Una svolta epocale avviene nel 1948, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ridefinisce la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto l’assenza di malattia o infermità”. Questa definizione introduce un paradigma olistico, includendo nella salute anche componenti psicologiche e relazionali. Tuttavia, alcuni studiosi come Ingrosso (2018) ne criticano il carattere eccessivamente utopico e statico, ritenendo difficile raggiungere un benessere perfetto e permanente nella vita reale.

La salute come processo dinamico e adattivo

Negli ultimi decenni, la definizione di salute si è ulteriormente evoluta, grazie agli studi di Huber e colleghi (2011). Gli autori propongono una visione dinamica, secondo la quale la salute è la capacità di adattarsi e autogestirsi in presenza di sfide fisiche, emotive e sociali. Questa interpretazione apre alla possibilità che anche chi convive con malattie croniche possa essere considerato “sano”, se riesce a mantenere un buon livello di qualità della vita. A supporto di questa visione, Kickbusch (2012) sottolinea che la salute è fortemente influenzata dal contesto ambientale e dalle esperienze personali.

Le sei dimensioni della salute secondo Huber

L’approccio multidimensionale alla salute proposto da Huber (2011) si articola in sei domini fondamentali, che riflettono una visione integrata e moderna del benessere:

Immagine generata con intelligenza artificiale (DALL-E via Chat Gpt).
  1. Funzioni corporee – Stato fisico dell’organismo.
  2. Benessere mentale – Stabilità emotiva e salute psicologica.
  3. Autogestione – Capacità di affrontare le sfide della vita.
  4. Qualità della vita – Soddisfazione soggettiva e benessere percepito.
  5. Partecipazione sociale – Inclusione e relazioni interpersonali.
  6. Capacità funzionali – Autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane.

Le Blue Zones: la salute vissuta nella quotidianità

Un’applicazione pratica di questi concetti si ritrova nelle cosiddette Blue Zones, regioni del mondo in cui si registra una concentrazione eccezionalmente alta di centenari in buona salute. Secondo Buettner (2012), questi luoghi condividono nove fattori chiave legati alla longevità:

Movimento naturale – Le persone non praticano attività fisica strutturata, ma si muovono costantemente nella vita quotidiana, camminano, coltivano la terra e svolgono attività domestiche o manuali.

Scopo nella vita – Ogni individuo ha un forte senso del “perché” si alza al mattino; questo concetto è noto come Ikigai in Giappone e Plan de vida in Costa Rica.

Routine anti-stress – Le persone adottano pratiche quotidiane per ridurre lo stress, come la meditazione, la preghiera, il riposo pomeridiano o momenti di gratitudine.

Regola dell’80% – Si consuma il pasto principale fino a sentirsi sazi per l’80%, evitando l’eccesso calorico e mantenendo un’alimentazione moderata.

Dieta prevalentemente vegetale – L’alimentazione si basa su legumi, verdura, frutta, noci e cereali integrali, con un consumo ridotto e occasionale di carne.

Consumo moderato di alcol – In alcune Blue Zones si osserva un’assunzione moderata e regolare di alcol, in particolare vino rosso, generalmente durante i pasti e in compagnia.

Appartenenza a una comunità – La partecipazione regolare a pratiche religiose o spirituali è un elemento comune e rafforza il senso di connessione e supporto.

Priorità alla famiglia – Si attribuisce grande importanza alla famiglia, mantenendo legami intergenerazionali stretti e supporto reciproco.

Rete sociale positiva – Le persone fanno parte di circoli sociali stabili in cui si condividono abitudini salutari e valori comuni.

Questi elementi mostrano come la salute non dipenda solo da fattori genetici o sanitari, ma anche da scelte di vita quotidiane e interazioni sociali.

L’attività fisica come prevenzione primaria

L’attività fisica rappresenta uno dei pilastri fondamentali della promozione della salute. Numerosi studi scientifici ne attestano l’efficacia nella prevenzione delle malattie croniche. Booth et al. (2017) dimostrano come l’esercizio regolare:

  • Riduca il grasso viscerale e i rischi cardiovascolari
  • Migliori il metabolismo del glucosio, prevenendo il diabete
  • Moduli la produzione di ormoni sessuali, influenzando l’insorgenza di tumori (Schmid & Leitzmann, 2014)
  • Potenzi il sistema immunitario e riduca l’infiammazione sistemica (Gleeson et al., 2011)

La promozione della salute: dalla Carta di Ottawa a oggi

Nel 1986, la Carta di Ottawa ha rappresentato un importante passo avanti nella promozione della salute pubblica, identificando cinque azioni fondamentali:

  1. Costruire politiche pubbliche sane
  2. Creare ambienti favorevoli alla salute
  3. Rafforzare l’azione comunitaria
  4. Sviluppare le abilità personali
  5. Riorientare i servizi sanitari verso la prevenzione

Questi principi pongono le basi per una sanità partecipativa, equa e centrata sulla persona, dove la responsabilità individuale e collettiva si intrecciano nella costruzione del benessere.

Conclusioni

Il concetto di salute si è trasformato radicalmente nel tempo: da mera assenza di malattia a stato dinamico di benessere fisico, mentale e sociale. La salute oggi è interpretata come processo continuo di adattamento, influenzato da stili di vita, contesto sociale e relazioni. La promozione della salute non può più prescindere da una visione olistica e multidisciplinare, in cui il singolo individuo è protagonista attivo del proprio percorso di benessere.

Bibliografia

  • Buettner, D. (2012). The Blue Zones: Lessons for Living Longer From the People Who’ve Lived the Longest. National Geographic Society.
  • Colliére, M. F. (1996). Promuovere la vita: dalla pratica delle donne di cura alla pratica infermieristica. Casa Editrice Ambrosiana.
  • Gleeson, M., et al. (2011). The anti-inflammatory effects of exercise: mechanisms and implications for the prevention and treatment of disease. Nature Reviews Immunology.
  • Huber, M., et al. (2011). How should we define health? BMJ, 343:d4163.
  • Ingrosso, M. (2018). Sociologia della salute. Carocci.
  • Kickbusch, I. (2012). Health in All Policies: The evolution of the concept of horizontal health governance.
  • Olivetti Manoukian, F. (2006). Il concetto di salute: evoluzione e implicazioni. FrancoAngeli.
  • Schmid, D., & Leitzmann, M.F. (2014). Association between physical activity and mortality among breast cancer and colorectal cancer survivors: a systematic review and meta-analysis. Annals of Oncology.
  • World Health Organization (1986). Ottawa Charter for Health Promotion.
  • World Health Organization (1948). Preamble to the Constitution of the World Health Organization.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *