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Dalla cura della prestazione alla relazione di cura.

Professionisti intellettuali, tecnici o collaboratori?

Secondo il codice civico “basta” avere un’albo, un’ordine per esercitare una professione intellettuale e, quindi, per essere definiti Professionisti Intellettuali. Eppure secondo l’ISTAT rientriamo nel calderone delle Professioni tecniche, perchè?

La considerazione del ragionamento alla base la si può immaginare: ogni giorno il turno inizia con una corsa contro il tempo e le frazioni di ore sono definite dal completamento di prestazioni che, una dopo l’altra, scandiscono uno dei modelli operativi più asfissianti e avvilenti della professione Infermieristica: Il modello per compiti o “nursing funzionale”. Questo modello ci ha imprigionati. Ci ha resi tecnici, esecutori di prestazioni ad elevatissima ripetibilità e standardizzazione, non solo agli occhi del nostro datore di lavoro ma della società tutta.

Ho scelto di dire basta.

“Io mi prendo cura di una persona, le catene di montaggio preferisco lasciarle a chi ha a che fare con l’acciaio, o col pane, con le cose. Io non lavoro con le cose.”

Intraprendendo un percorso di studi rivolto all’Infermieristica di Famiglia e Comunità ho finalmente rotto quegli schemi che, a dire il vero, avevo già abbandonato in ospedale pur non avendone la possibilità in termini cronologici, preferivo sottrarre del tempo a me per poterlo dedicare alle persone con cui lavoravo, non perché io avessi qualcosa di speciale ma perché la cura è relazione e viceversa.

Rivoluzione (infermieristica). Il termine è composto dal prefisso re- (“di nuovo”) e dal verbo volvere (“tornare”, “girare”).

E allora io voglio tornare, di nuovo, PROFESSIONISTA DI CURA e non ESECUTORE DI COMPITI.

La rivoluzione Infermieristica richiede una evoluzione colturale, non confinate i vostri saperi alla corsia ospedaliera ma siate professionisti sempre, in piazza, al bar, in strada, nei vostri quartieri, con professionalità e competenza. Dimostrate il vostro valore affinché gli altri possano comprenderlo.

La Rivoluzione parte da noi.

Fabiano Martella, Infermiere di Famiglia e Comunità

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