Un nuovo contratto firmato per oltre 580.000 dipendenti
Il 18 giugno 2025 è stata siglata la pre-intesa per il rinnovo del CCNL della Sanità Pubblica per il triennio 2022–2024, che coinvolge più di 580.000 lavoratori, tra infermieri, OSS, ostetriche, tecnici e amministrativi. Il contratto era atteso da mesi, con tensioni tra sindacati.
💰 Aumento stipendiale: +172 € lordi al mese
Il nuovo contratto collettivo nazionale (CCNL) del comparto sanità 2022–2024 prevede:
- Un incremento medio lordo mensile di circa 172 € su 13 mensilità, corrispondente a un aumento compreso tra il 6,8% e il 7%.
- Per il personale infermieristico, l’aumento si compone di circa 135 € di incremento tabellare, 15 € di indennità di specificità, a cui si aggiungono 7,94 € da gennaio 2024 e ulteriori 7,06 € da gennaio 2025.
Effetti sull’importo netto
L’incremento netto in busta paga è stimato tra i 100 e i 120 € mensili, con un impatto variabile in base alla posizione contrattuale e al regime fiscale del singolo lavoratore.

🚑 Indennità e compensi accessori
- Indennità di pronto soccorso: il valore può superare i 250 €/mese, con variazioni che arrivano a oltre 500 € in base alle condizioni operative e ai riconoscimenti previsti.
- Prestazioni aggiuntive: è stata introdotta una tariffa unica nazionale pari a 50 €/ora.
- Straordinari: applicazione di un’aliquota fiscale agevolata del 5%, con beneficio netto stimato di circa 4,80 €/ora.
Tali misure hanno l’obiettivo di riconoscere alcune specificità del lavoro svolto e incentivare la disponibilità del personale nei servizi con maggior carico assistenziale.
Tutele, diritti, formazione e conciliazione
I seguenti punti introducono nuovi diritti fondamentali:
- Patrocinio legale e supporto psicologico in caso di aggressioni
- Esonero dai turni notturni per lavoratori over 60 e misure di age management
- Ferie solidali estendibili anche a familiari
- Accesso all’Area di Elevata Qualificazione anche per professionisti con laurea triennale e almeno sette anni di incarico
- Formazione ECM libera fino al 30% del fabbisogno annuale, mobilità volontaria semplificata
- Buoni pasto per chi lavora in smart working, e accesso agli incarichi anche part-time
Queste sono importanti conquiste normative, che migliorano gli aspetti organizzativi e personali della professione. Ma forse arrivano troppo tardi?
Cosa serve a mio parere?
Se vogliamo davvero parlare di un rilancio della professione infermieristica, allora il prossimo contratto nazionale – quello per il triennio 2025–2027 – dovrà rappresentare un cambiamento strutturale, non solo formale. Serviranno interventi concreti, misure solide, e una visione a lungo termine. Gli infermieri non possono più accontentarsi di piccoli adeguamenti: è il momento di investire davvero su chi ogni giorno garantisce il funzionamento del sistema sanitario nazionale.
Prima di tutto, sarà fondamentale intervenire in maniera decisa sulle retribuzioni. Gli stipendi devono essere portati a livelli più dignitosi e competitivi, in linea con la media europea: parliamo di almeno 40.000–45.000 euro lordi annui per un infermiere. Una cifra che rifletta il livello di responsabilità, il rischio professionale, la formazione continua e l’impegno quotidiano richiesti.
Accanto a questo, è necessario un intervento stabile e permanente sul piano fiscale: le indennità specifiche, come quella infermieristica e quella di pronto soccorso, devono essere detassate in modo strutturale. Non si può più pensare che il riconoscimento economico arrivi solo in forma di bonus occasionali o misure temporanee.
Un’altra priorità riguarda i percorsi di carriera. Serve costruire una struttura professionale chiara, accessibile e motivante, con progressioni economiche e di ruolo reali, non solo teoriche. Gli infermieri devono poter crescere, specializzarsi, e veder riconosciute le proprie competenze avanzate anche sul piano retributivo e gerarchico.
Ma tutto questo non basta, se non si affronta anche il nodo più critico: la carenza di personale. Il sistema continua a reggersi su straordinari, rinunce alle ferie, doppi turni e una disponibilità che ha spesso superato ogni limite. Per questo, il nuovo contratto dovrà prevedere un piano serio di assunzioni, con numeri adeguati a garantire turnazioni sostenibili e qualità assistenziale.
Infine, serviranno investimenti strutturali: non solo stipendi, ma anche formazione continua di qualità, strumenti tecnologici adeguati, organizzazione del lavoro più umana, sicurezza sul posto di lavoro, prevenzione delle aggressioni, e ambienti che rispettino il benessere psicofisico del personale.
Questa rimane una mia visione, nella speranza di migliorare la nostra bellissima professione!

Conclusione: un contratto che apre la porta…
Il CCNL 2022–2024 contiene elementi positivi: aumenti, tutele, modernizzazione organizzativa. Tuttavia, le misure restano parziali rispetto alla portata delle sfide attuali.
La professione infermieristica necessita di un cambiamento radicale e di una valorizzazione concreta. Il prossimo contratto dovrà segnare un vero punto di svolta: più retribuzioni, più riconoscimento, più dignità.
Non si tratta solo di compensare il lavoro svolto, ma di garantire un futuro sostenibile a una figura professionale essenziale per il buon funzionamento del sistema sanitario nazionale.
